I miei Tarocchi

Tempo di lettura: 3 minuti

Com’è nata l’idea del mio (primo) mazzo di Tarocchi

Ricordo ancora che iniziai a disegnare le mie primissime carte mentre ero in vacanza.
Era l’estate del 2020 e avevo appena comprato l’iPad.
Non vedevo l’ora di provarlo e la prima cosa che feci fu di mettermi a disegnare la Torre, il mio arcano guida di quell’agosto.
Piano piano, cominciai a disegnare anche gli altri arcani del mazzo Jodorowsky-Camoin.
Ti confesso che non amo i colori né le facce di quegli arcani.
Così, quasi per gioco, cominciai a cambiare le facce con la mia e i colori con altri che mi garbavano di più.

È passato tanto di quel tempo che non ricordo con precisione tutto quanto, ma posso senza dubbio dirti che da quei primi momenti di entusiasmo non ho mai più smesso di pensare a questo progetto.
Tra alti e bassi, paura, incertezza, sprazzi di energia e ancora incertezza, quest‘anno ho deciso di portarlo a termine.
A ogni costo.

È il mio obiettivo da ormai tre anni buoni. Dovrei lasciarlo andare?
Sì, e lo farò quando l’avrò terminato. Per questo mi sto dando da fare per finirlo.

LE ORIGINI

Come ho scritto prima, l’origine di questo progetto risale all’estate del 2020. Ero in montagna insieme al mio adorato marito per una lunga vacanza. Tra una gita e una scarpinata, stavo rileggendo “La Storia Infinita” e annotavo somiglianze e richiami al mondo degli arcani (i nomi di newsletter e letture nascono da lì). Sai perché ti dico questo? Beh, continua a leggere se vuoi scoprirlo.

I Tarocchi permeavano già la mia vita, i miei pensieri e il mio agire nel mondo.
Non riuscivo più a vedere la realtà se non attraverso il filtro magico di questo universo. Il loro immenso potere pervade a tutt’oggi la mia intera esistenza; l’ho già detto e lo dirò allo sfinimento:

I Tarocchi mi hanno cambiato la vita, aiutandomi a ritrovare fiducia in me stessa e nel sostegno di qualcosa di più ampio e generoso che ci abbraccia tutte e tutti. A prescindere da come chiamiamo questa Forza che ci supporta, la cosa importante è dare un significato al nostro essere qui ora.

[Alcune carte del mio mazzo]

LE ISPIRAZIONI

Mazzi di riferimento

Il mio mazzo si ispira principalmente ai Tarocchi marsigliesi nella versione di Jodorowsky-Camoin per quanto riguarda gli arcani maggiori. Mentre, per quel che concerne i minori, mi sono ispirata al mondo più figurativo dei Rider-Waite-Smith. Ci sono anche alcuni accenni (apportati negli ultimi tempi) ai Tarocchi di Oswald Wirth, la mia nuova passione... Ma questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta.

Influenze e suggestioni

Maschere

Altro riferimento evidente e consapevole è a Giorgio de Chirico per i volti che assomigliano volutamente a maschere. Questo per lasciare spazio al significato intrinseco dell’arcano, al di là dell’espressione facciale. E anche perché la maschera è inquietante, essenziale, inespressiva e richiede uno sforzo immaginativo da parte di chi la estrae.

Struttura

Un altro fattore presente nel mazzo e che ho inserito per dare una continuità alle storie raccontate dagli arcani a prescindere dall’ordine in cui le carte escono è il myriorama. Da piccola, avevo un gioco di carte minuscole – il myriorama, appunto – che creavano l’illusione di un panorama continuo in qualsiasi sequenza le disponessi. È una cosa che ho applicato anche alle carte del mazzo perché l’idea di continuità del paesaggio mi piace molto.

Colori

Arcobaleno. Arcobaleno e ancora arcobaleno. Il mio arcano di nascita, l’Innamorato, si è messo in mezzo e mi ha convinta a usare tanti tanti colori. Amo tutti i colori e amo il significato simbolico dell’arcobaleno, per cui va da sé che il mio primo mazzo non poteva essere diverso da così: un inno alla gioia insita nella molteplicità degli sguardi, delle prospettive e delle forme. Una celebrazione della vita in tutte le sue manifestazioni. E poi, così gli arcani sembrano meno minacciosi e austeri, no? E credo sia un ottimo modo di renderli più accessibili a chi ancora non li conosce.

Ambientazione

Non ricordo perché ma già dalle prime carte, la notte ha avuto la meglio sul giorno. A posteriori, posso dire che non c‘è niente di meglio del buio per dare risalto ai colori. Forse anche per questo mi vesto spesso di nero. La notte e il buio in generale in questa cultura sono (ancora) troppo spesso associati al mistero, alle nostre paure più ataviche, al male. Quando costituiscono l’origine da cui tutto può scaturire. Le ombre da cui tutto prende forma. Noi mica siamo nate o nati da un luogo luminoso, no? E poi, a parte questo, trovo che il cielo stellato sia estremamente suggestivo. Al contrario che nei Tarocchi cui mi sono ispirata, tutte le scene del mio mazzo avvengono all’esterno, in un paesaggio naturale e dove la civiltà ha lasciato ben poche tracce del suo passaggio. La Natura è una maestra incomparabile da cui non finiamo mai di imparare.


Questi sono solo i richiami più o meno consapevoli e voluti. Scrivo “più o meno” perché il mazzo è nato in maniera spontanea e, per molti elementi, solo a posteriori mi sono resa conto di quello che ci avevo messo dentro. Sono più che certa che troverai (e li troverò anch’io dopo una bella pausa a mazzo completato) altri richiami più o meno espliciti ad altri mazzi e, chissà, a opere letterarie, film, musica o dipinti. In tutti questi anni sulla Terra, di materiale ne ho accumulato un po’ e ho idea che qualche precipitato sia finito nel mazzo senza che me accorgessi.

IL NOME

In tutto questo, non ti ho ancora detto il nome che ho scelto per questo mazzo, che da ormai qualche anno ha fatto capolino nella mia testa.
Un giorno di qualche tempo fa, mentre leggevo per l’ennesima volta “La Storia Infinita”, ho avuto un’illuminazione: il mio mazzo si sarebbe chiamato Perelun. Come il Bosco Notturno, la prima vera creazione di Bastiano, il titubante protagonista del libro, una volta arrivato in Fantàsia.
Il Bosco Notturno pullula di una vita misteriosa e sempre rinnovata e risplende di mille forme e colori. Ed è proprio questo che voglio trasmetta il mio mazzo di Tarocchi.
Vita, molteplicità, ispirazione, gioia, caos e armonia. Tutto insieme.
E voglio condividere tutto questo con te.